In economia esistono i «fondamentali», cioè gli indicatori che rivelano lo stato di salute economico dello Stato, di un’azienda, di una società, ecc. Se una nazione, un gruppo, un’azienda, una famiglia invece di accumulare debiti a perdere, si basano su solide riserve di garanzia (risparmio, magazzino, investimenti, ecc.) hanno le «fondamenta» solide e non temono gli scossoni accidentali. L’opposto dell’economia basata sui fondamentali è quella «finanziaria», basata sul caso, sulle probabilità, sulle parole e sulle emergenze effimere: cioè sulla speculazione che si fonda sulla truffa, sulla velocità, sul rischio, spesso creato ad arte per far pendere da una parte piuttosto che da un’altra l’andamento della borsa per guadagnare in «un attimo» un plus-valore che non si guadagnerebbe nemmeno in una vita. È sufficiente che un presidente del consiglio dei ministri o un ministro, anche se incompetente, faccia o anticipi una dichiarazione, ed ecco che la borsa va su o giù come un’altalena. Un’economia sana si deve basare su beni solidi, visibili e certi, garanzia seria del domani e premessa oggi di sicuro sviluppo. Gli speculatori finanziari non hanno bisogno di beni fisici e materiali, di magazzini o riserve: a loro basta una parola, un gesto, una soffiata non per produrre reddito, un click di computer per ammassare ricchezza senza fatica. Gli speculatori accumulano e prosperano sulle disgrazie degli altri. I poveri, da sempre, mantengono i ricchi…