Genova – 27-09-2019. La sentenza della Corte Costituzionale sulla non punibilità di Marco Cappato per avere assistito il dj Fabo a porre fine alle indicibili sofferenze di una vita apparente, non è un «liberi tutti e ammazzatevi come volete». La Suprema Corte, con disappunto e dispiacere, prende atto di doversi ancora una volta sostituire al Parlamento, inadempiente nei momenti più importanti del suo «doveroso magistero» di legislatore che non può delegare ad altri. La Corte aveva concesso un anno. Invano.

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