Con la 3a domenica di Pasqua, entriamo decisamente nel ritmo della «memoria» liturgica: otto giorni dopo gli otto giorni dalla Pasqua. Siamo partiti la notte della Veglia pasquale, domenica scorsa abbiamo posto un arco, e oggi ne poniamo un altro, collegando così il tempo della nostra storia con l’eternità del Risorto, camminando insieme verso la Gerusalemme celeste. La 1a lettura di oggi è stata proclamata anche il lunedì di Pasqua, mentre il vangelo è stato annunciato nella liturgia vespertina del giorno di Pasqua, quasi che la Chiesa sentisse il bisogno di prolungare fisicamente il clima di «quello stesso giorno».
La 1a lettura del periodo pasquale è presa sempre dagli Atti degli Apostoli che sono il prolungamento del Vangelo, scritti ambedue dalla stessa mano. Il libro degli Atti è il resoconto del Vangelo della Chiesa vissuto nella storia, come si è sviluppato tra il 30 e il 60, ma scritto nella forma attuale una ventina di anni più tardi, tra l’80 e il 90. Il rapporto tra i due scritti, che devono esser considerati «insieme» perché così li ha pensati l’autore, è il seguente…