La 3a domenica di Quaresima dell’anno-C non è di facile accesso, perché i testi non sono di immediata comprensione, ma devono essere «ruminati» e interpretati. Sintetizzando con uno slogan potremmo dire che la liturgia ci chiede di passare dalla Scrittura intesa quale ricettario di risposte automatiche alla Scrittura come «codice» per leggere la vita: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119/118,105). Ammessa la rivelazione scritta, la Parola di Dio è incarnata nelle parole umane una volta per tutte: non si può più capire la prima senza comprendere le seconde. Dio accetta il «principio di relativizzazione» perché si condiziona, accettando il metodo umano della ricerca di senso che non sempre è immediato. Da ciò nasce la necessità dello studio non solo delle lingue bibliche, ma anche di tutto il contesto in cui nascono e si sviluppano le parole umane che compongono la Bibbia: linguistica, storia, geografia, archeologia, liturgia, strutture sociali, economia, usanze e culture contemporanee…