La domenica 6a del tempo di Pasqua del ciclo A ci obbliga a prendere consapevolezza della realtà in cui siamo immersi. Viviamo in un tempo che mette tra parentesi ogni forma di paternità come autorità autorevole che s’impone da sé e non per forza. Oggi abbondano i padroni, ma scarseggiano i padri. Resistono le madri che hanno una forza interiore più intima e profonda, ma anche sul loro versante, si vedono cedimenti e tracolli perché la società capitalista e post capitalista accetta e riconosce la donna finzione, ma rifiuta, anzi aborre la donna autorevole e la maternità non rientra nei canoni dell’efficienza apparente. Padri e madri oggi sono disorientati perché sono «soli», anzi isolati e da soli devono reggere il dovere di accompagnare la crescita dei figli misurato con la velocità del tempo che tutto travolge. Chi ha più filo, però, tesse e alla fine resta ferma e forte, come una colonna, l’autorevolezza di chi sa guardare avanti e riesce a vedere oltre la siepe dell’immediato e del provvisorio…