La domenica 12a del tempo ordinario-A ci pone di fronte a un aspetto importante della vita cristiana: il rapporto tra profezia e storia. Da una parte c’è il profeta Geremìa, uomo dall’animo shttps://www.paolofarinella.eu/multimedia-archive/domenica-12a-tempo-ordinario-a_san-torpete-ge_paolo-farinella-prete_21-06-2020-pdf/ensibile, che Dio chiama per un compito contro natura come è annunciare disastri e castighi al popolo infedele; egli, infatti, deve fare violenza a se stesso per essere fedele a Dio, che è esigente. Dall’altra la maggioranza del popolo prova fastidio di fronte alle parole del profeta perché richiamano alla responsabilità morale, di cui il popolo farebbe volentieri a meno.

Ancora una volta, il profeta si distacca, differenziandosi, dalla funzione del sacerdote. Il popolo, infatti, non vuole profeti, ma sacerdoti disposti a sfornare riti propiziatori e atti di culto con cui dominare comportamenti e coscienze. Nella storia biblica, i profeti hanno sempre aiutato e spronato il popolo a camminare verso la consapevolezza del proprio agire etico, interiorizzando le ragioni della fedeltà a Dio; i sacerdoti, al contrario, molto spesso – sempre? – hanno fatto traviare il popolo dall’alleanza…