La liturgia della 5a domenica del tempo ordinario-C ci chiede ancora di fissare la nostra attenzione sulla chiamata che è descritta non come un’eccezionalità riservata a speciali categorie di persone, ma come la condizione ordinaria della vita quotidiana di tutti i credenti. Ogni persona è chiamata in modo unico e speciale a essere se stessa, a prendere coscienza dell’immagine di Dio, custodita nella propria coscienza. La vocazione è appunto il cammino di ciascuno di noi per riconoscere e scoprire in sé il segno speciale che Dio vi ha deposto «prima di formarti nel grembo materno», come abbiamo visto domenica scorsa nella straordinaria chiamata del profeta Geremìa (cf Ger 1,5). Riservare la «vocazione» solo ad alcuni significa porre i presupposti delle «caste» che finiscono sempre per confondere la missione di Dio con il proprio potere.