Non so dove sia Dio in questi tempi; penso che, se c’è, sia dove abitualmente sta, dove cioè non siamo disposti a cercarlo per trovarlo: nell’assenza presente. Dico pure, e convintamente: «se c’è», perché dubito che possa esistere un «dio» come quello in cui comunemente la religione cattolica (mi fermo a quella della mia esperienza personale») dice di credere. Dubito che Dio, «se c’è», sia il dio predicato, contrabbandato della religione comune, quella delle prime comunioni, del catechismo diffuso e finalizzato ai sacramenti e non alla formazione spirituale, delle Messe a orario (!), dei Rosari vocali a macchinetta, delle assoluzioni dei peccati, dell’obbligo festivo, delle candele, delle processioni, del rituale come trionfo di sfarzo a beneficio dei celebranti, naturalmente «a maggior gloria di Dio»…