La 4a domenica di Quaresima è improntata al tema della gioia. Anticamente in questo giorno si interrompeva il duro digiuno che caratterizzava la Quaresima perché questa data segna la metà del cammino. La prima parola della liturgia è, infatti, «Laetare – rallégrati», con cui inizia l’antifona d’ingresso costituita da due versetti del 3° Isaia: «Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l’amate. Sfavillate con essa di gioia tutti voi che per essa eravate in lutto. Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni» (Is 66,10-11)[1]. Il tema della gioia è anche il cuore della parabola del «padre che fu madre» di due figli ribelli, comunemente conosciuta, in modo riduttivo, come parabola del Figliol prodigo

[1] «Laetáre, Ierúsalem, et convéntum fácite, omnes qui dilígitis eam; gaudéte cum laetítia, qui in tristítia fuístis, ut exsultétis, et satiémini ab ubéribus consolatiónis vestrae».