La liturgia della domenica odierna, 30a del tempo ordinario-C, prosegue la tematica di domenica scorsa, ma da un altro punto di vista. Domenica scorsa abbiamo riflettuto sul significato e sul contenuto della preghiera, oggi proseguiamo sull’atteggiamento interiore che conduce alla preghiera dal punto di vista di Dio. Dopo aver esaminato la prospettiva teologica del pregare, siamo giunti alla seguente conclusione: o la preghiera è centrata sulla persona stessa di Dio, oppure quando crediamo di pregare noi non facciamo altro che parlare con noi stessi. Oggi ci poniamo dalla parte del credente per vedere quale deve essere il suo grado di «giustizia» per avere la certezza, rivolgendosi a Dio, di essere ascoltato. Ancora una volta siamo rimandati alla relazione come fondamento della vita, che si esprime in modo assoluto e totale nell’amore, la relazione per eccellenza perché «luogo» d’incontro di «due libertà che camminano insieme»…