HO RIPOSTATO LA DOMENICA 2a del TEMPO ORDINARIO-A
PERCHE’ VI ERANO ALCUNE RIPETIZIONI E INCONGRUENZE.
QUESTO E’ IL TESTO DEFINITIVO (13-01-2020)

Passato il tempo di Natale, chiuso dalla solennità dell’Epifanìa, inizia una pausa, prima di addentrarci nel tempo di Quaresima. Questo spazio nella liturgia è occupato dalle prime domeniche del tempo ordinario del ciclo A che sospenderemo il «mercoledì delle ceneri» per riprendere dopo Pentecoste[1]. Il vangelo dominante del tempo ordinario-A è il vangelo di Matteo, con un’eccezione: la domenica 2a del tempo ordinario-A, cioè oggi, in cui la liturgia prolunga il sapore della contemplazione del Lògos, quasi a stemperare in un decrescendo musicale l’intensità emotiva e spirituale del tempo natalizio. In questa domenica, per tutti e tre gli anni, la Liturgia propone brani del vangelo di Giovanni che riguardano il Maestro (cf Gv 1-29-34, Anno-A), i discepoli (cf Gv 1,35-42, Anno-B) e la ripresa dell’alleanza del Sìnai nel racconto delle nozze di Cana (cf Gv 2,1-12, Anno C)…

[1] Il sistema è particolarmente macchinoso ed esige una conoscenza profonda della Scrittura per districarsi nei continui cambiamenti di autori e stili. Non così il culto ebraico che divide la Toràh in 54 brani (parashàh/parashòt) annuali, riservati, in linea di principio alla lettura da parte di un discendente di Arònne (Cohèn-sacerdote) oppure al responsabile del culto (rabbino), se la lettura è difficile o se esige il canto. A ogni brano-parashàh della Toràh segue la lettura, da parte di un laico, di una sezione dei Profeti-Nevihìm, detta aftaràh-commiato, che nel contenuto si ricollega alla 1a lettura. Alcuni gruppi seguono anche una ripartizione triennale.