Il tema della preghiera come intercessione domina sia la prima lettura che il vangelo di questa 17a domenica del tempo ordinario-C. Pregare è un mistero: qui, intercedere per l’altro supera le leggi della natura perché il disinteresse e l’altruismo non nascono dalla carne e dal sangue (cf Gv 1,13). «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Lv 19,18; Lc 10,27) non è un istinto naturale, ma una rivelazione progettuale di Dio; il comandamento, infatti, si conclude con la formula solenne di rivelazione: «Io-Sono-il-Signore – Anî Yhwh» (Ibid.). Pregare per l’altro è avere la consapevolezza che egli sia partecipe della stessa esistenza, sostanza, progettualità, destino, vita…