Genova 02-02-2021 –. Per il terzo anno consecutivo, ci siamo immersi nel male assoluto del secolo XX non per rifugiarci nella retorica della celebrazione: la Shoàh non si celebra né si commemora. La Shoàh deve essere guardata a riparazione di quanti si voltarono dall’altra parte pur sapendo, vedendo e collaborando. Abbiamo piantato gli occhi nel dolore fino a farne la spada a doppio taglio che penetra le giunture dell’anima. Noi infatti siamo artefici e vittime del male ingiusto e della impudicizia di un gruppo che pretese di sacrificare il Popolo d’Israele per salvaguardare la «razza ariana» dall’impurità del sangue: nella Bibbia il sangue è sede della vita. I nazisti operarono uno Yom Kippur alla rovescia: trasformarono il Popolo in capro espiatorio per autoproclamarsi puri e incontaminati nell’Eden senza Ebrei, Rom, omosessuali, malati psichiatrici, senza umanità. Si ubriacarono dell’idea…