Oggi non celebriamo solo un evento passato, ma mentre facciamo «memoriale» di due momenti storici, l’esodo e la morte di Gesù, li riviviamo sperimentandoli perché lo Spirito Santo è presente «oggi» nella Chiesa e nel mondo e alimenta la fede, sostiene la speranza, forgia la libertà. Pentecoste è oggi.
Pentecoste è nome greco pentēkostês/pentêkonta e significa «cinquantina», cioè cinquanta giorni dopo la Pasqua. Nella liturgia cristiana è la seconda solennità più importante dell’anno, dopo la Pasqua, di cui chiude il ciclo: i cinquanta giorni, infatti, si contano a partire da Pasqua. Come il numero «40» nella Bibbia è il numero dell’attesa e della preparazione, la «cinquantina» che intercorre tra Pasqua e Pentecoste è il tempo della formazione, il tempo cioè in cui Gesù risorto familiarizza con i suoi discepoli nel suo nuovo stato: essi non possono più vederlo fisicamente, ma ne sperimentano la presenza e Gesù li istruisce sulla missione che li aspetta nella trama della storia.